La corretta conservazione dei cibi, sia nella dispensa che nel frigorifero, aiuta a mangiar sano, risparmiare e non sprecare.
1.Per la conservazione di molti alimenti, il frigo è il luogo più adatto, purché sia mantenuto pulito, sia periodicamente sbrinato, con temperatura intorno a 4/5° C e funzioni in modo corretto.Gli alimenti è bene siano racchiusi in contenitori o confezioni separate.
2.Il frigo non deve essere riempito troppo, onde consentire la giusta circolazione dell’aria e del freddo e, per lo stesso motivo, i cibi non vanno appoggiati alle pareti. Rispettare la durata di conservazione indicata dal fabbricante nel caso delle confezioni integre.
3.Limitare invece a qualche giorno quella dei prodotti sfusi o provenienti da confezioni aperte.È indispensabile osservare una corretta disposizione dei prodotti per garantire una corretta conservazione: mantenere nell’apposito contenitore in basso (temperatura più alta) frutta e verdura, sia per meglio salvaguardare le caratteristiche organolettiche e nutrizionali di questi prodotti, sia perché in genere sono gli alimenti meno puliti fra quelli che vengono riposti in frigo.
4.Subito al di sopra del contenitore per frutta e verdura c'è la zona del frigorifero con la temperatura più bassa: qui si possono riporre la carne, il pesce e i formaggi, accuratamente protetti da involucri o contenitori. Nei ripiani più alti è preferibile conservare prodotti come le creme, il latte e la panna. Le uova vanno lasciate nella loro confezione, affinché non entrino in contatto con altri alimenti e si possa sempre leggere la data entro cui è preferibile consumarle.
5.Le mensole all’interno della porta sono i punti più caldi del frigorifero e sono destinati ai prodotti che necessitano solo di una leggera refrigerazione, come le bibite, la senape e il burro.
I prodotti sono commestibili e sicuri anche dopo la data riportata sull’etichetta, quello che accade è un progressivo peggioramento delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali.
Sono prodotti quali confetture, oli, sottoli e sottaceti, pasta, riso, conserve di pomodoro, caffè e biscotti.
Su questi prodotti che normalmente hanno un tempo di conservazione che va dai 3 ai 24 mesi, la vita del prodotto viene stabilito dalla singola azienda produttrice, sulla base del proprio processo produttivo.
La data per questi alimenti ha un valore solamente orientativo e il consumo posticipato di qualche settimana o qualche mese a seconda del prodotto non determina problemi per la salute. Questo vale ovviamente per i prodotti industriali, con alle spalle un processo produttivo standardizzato e controllato.
Maggior attenzione invece alla data di scadenza, presente nei prodotti freschi da conservare in frigo come latte, formaggi freschi, insalata in busta, pasta fresca, che invece va di norma assolutamente rispettata, anche se uno yogurt o le uova possono essere consumati qualche giorno dopo la scadenza, purché sia stata rispettata la catena del freddo.Esistono poi prodotti che non riportano alcuna indicazione (il sale, lo zucchero, i liquori, l’aceto).
Prodotti che hanno come unica avvertenza generale quella di tenerli in luogo fresco, asciutto e al riparo dalla luce.